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Una vita tranquilla ed equilibrata sembra essere un obiettivo impossibile per Silvano che, alla soglia della mezza età, si divide tra il lavoro nell'azienda vinicola ereditata dal padre e la relazione, fisica e sentimentale, con Laura. E ci sono molto sesso e molta corporeità, al limite dell'esasperazione, nel loro rapporto, descritto fin nei minimi particolari quotidiani e vissuto dal protagonista, che pure ama Laura, in maniera totalmente conflittuale. Del resto, lui stesso non ha mai fatto mistero della sua idiosincrasia per le relazioni stabili, e lo dimostra concretamente iniziando a frequentare anche Donatella, da poco arrivata in azienda, alla quale non riesce a resistere. In maniera diretta e per nulla reticente, Vanna Loiudice, con il suo nuovo romanzo, sembra volerci dire che l'incomunicabilità, il malessere esistenziale, il vuoto interiore colmato con atteggiamenti compulsivi sono, ancora una volta, la costante nel "male di vivere" dell'uomo e della società attuali: Silvano ne è un esempio quasi perfetto. E allora le donne della sua vita non saranno mogli, compagne e nemmeno amanti, ma soltanto "amiche".